Nel contesto italiano i DSA sono stati oggetto di grandi evoluzioni a livello normativo, attraverso l’emanazione della Legge n. 170/2010, la quale riconosce la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come disturbi specifici dell’apprendimento, sottolineando l’importanza di una didattica individualizzata e personalizzata e l’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative, al fine di tutelare il diritto all’apprendimento delle persone con DSA.

La presente legge ha dato, inoltre, un ulteriore stimolo alla ricerca nel campo dei DSA in età adulta, prevedendo, per la prima volta, anche per gli Studenti Universitari e gli Adulti inseriti nel mondo del lavoro con DSA, il diritto a fruire di misure e/o strumenti di supporto atti a garantire il diritto allo studio e all’apprendimento o ad un approccio al lavoro piu’ integrato e consono alle loro caratteristiche (Legge n. 170/2010, art. 5, comma 4).

Queste indicazioni hanno orientato la ricerca nazionale anche verso la predisposizione di nuovi protocolli diagnostici per la valutazione delle
difficoltà di apprendimento in età adulta, al fine di colmare quella discrepanza esistente tra la normativa vigente e le risorse diagnostiche a disposizione.

Nonostante, quindi, l’incremento del numero di diagnosi di DSA registrato negli ultimi anni (si vedano i dati MIUR, 2019), anche come conseguenza positiva della Legge n. 170/2010, ancora oggi un numero significativo di soggetti con DSA può rimanere non riconosciuto come tale per tutti gli anni della scuola primaria e secondaria di primo e secondo grado (Fenzi e Cornoldi, 2015).

Questo è possibile in quanto le difficoltà di apprendimento possono rimanere latenti fino a quando le richieste non superano le capacità limitate del soggetto.
Quando si tratta di identificare la dislessia e i DSA in età adulta, ci sono diversi fattori che dovrebbero essere presi in considerazione durante la valutazione diagnostica. Molto spesso, nonostante una storia di difficoltà e insuccessi scolastici, raggiunta l’età adulta i soggetti con
DSA non mostrano evidenti o profonde difficoltà negli apprendimenti. La maggior parte avrà sviluppato strategie per compensare e «mascherare» le difficoltà o avrà ricevuto un aiuto aggiuntivo a scuola, che ha consentito un miglioramento delle proprie abilità, nonostante queste rimangano abbastanza deboli.

Adulti con queste caratteristiche possono facilmente passare inosservati (falsi negativi), ma risentire comunque profondamente delle loro difficoltà.

Diventa, quindi, di fondamentale importanza conoscere le caratteristiche dei DSA in età adulta e disporre di strumenti diagnostici finalizzati a individuarne i punti di forza e debolezza.

Questo, al fine anche di valutare, in un modo personalizzato, le misure dispensative e gli strumenti compensativi più idonei per il percorso universitario/lavorativo di ogni singolo soggetto.

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